Partita IVA: cos’è, come si apre, come funziona…


Cos’è la Partita IVA? La prima risposta è anche fin troppo semplice: l’IVA è un’imposta sul “valore aggiunto” (da cui l’acronimo) di un bene o servizio venduto o acquistato.
Venduto o acquistato dove? In Italia ed in tutta Europa, dove l’acronimo assume nomi diversi (e diverse aliquote, ma questa è un’altra storia), mantenendo la stessa sostanza. Tutto inizia il 25 marzo 1957, quando l'Italia stipula, insieme a Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, due trattati precursori della Comunità europea, uno dei quali sancisce la nascita della Comunità economica europea (CEE). Tra i vari obiettivi del trattato, vi era quello di armonizzare il sistema fiscale verso una futura integrazione economica all’interno di quella che oggi chiamiamo Unione Europea. Un modo “semplice” ma più che altro neutrale per integrare economicamente e fiscalmente tutti i cittadini europei era stabilire un'imposta generale sui consumi, il cui calcolo si basasse sull'incremento di valore che un bene o un servizio acquista ad ogni passaggio economico (valore aggiunto), ovvero dalla sua produzione fino ad arrivare al consumatore finale del bene o del servizio stesso.
Attenzione: quando parliamo di produzione si intendono certamente attività economiche quali le imprese ma anche il lavoro dell’intelletto è un prodotto, che un professionista, o un freelance vende come servizio.
Com’è fatta una Partita IVA e come aprirla
Simile per certi aspetti al Codice fiscale (quanto meno per la sua natura fiscale, appunto), per le persone fisiche, la partita IVA è un codice univoco (perché identifica una sola impresa o un lavoratore autonomo), si compone di 11 cifre, ed identifica una persona giuridica. Finché la partita IVA rimarrà aperta questi numeri rimarranno invariati, qualora uno stesso soggetto (ad esempio un lavoratore autonomo) dovesse decidere di chiuderla per poi riaprirla successivamente gli verrà assegnata una nuova partita IVA, con numerazione differente ma sempre riferita in modo univoco ad esso.
In Italia, questo codice univoco viene rilasciato dall’Agenzia delle Entrate, al momento dell’apertura e coincide con l’inizio di attività di un’azienda o di un lavoratore autonomo.
Come si apre una partita IVA? Per richiedere il proprio numero di partita IVA è necessario compilare e depositare - entro trenta giorni dall’inizio dell’attività commerciale o professionale - un modulo, più specificamente il modello “AA9/7”, recandosi presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con un documento di riconoscimento oppure mediante il cosiddetto “invio telematico”, ovvero utilizzando il software dedicato fornito dal sito web dell’Agenzia delle Entrate.
Al momento dell’apertura della partita IVA ci sono__ due scelte importanti__ da intraprendere:
- la prima, è quella relativa al codice ATECO, un codice di sei cifre che identifica l’attività economica svolta (possono essere scelti anche più codici ATECO, l’importante è sceglierli bene!)
- la seconda, riguarda la scelta del regime fiscale adottato, ovvero se il regime ordinario o il cosiddetto “regime forfettario” (per chi fattura non più di 65 mila euro l’anno).
Ah, a scanso di equivoci: la partita IVA è obbligatoria. Sono previsti anche dei casi in cui non è necessaria, poiché le attività vengono svolte in via occasionale, senza continuità e in mancanza di una stabile organizzazione. Il tetto massimo di tali attività occasionali è fissato attualmente in 5 mila euro annui. In ogni caso bisogna portarle in dichiarazione dei redditi e, quindi, pagarci le tasse.
Secondo i dati rilasciati dal Ministero dell'economia e delle finanze, in Italia sono state aperte oltre 410 mila partite IVA soltanto nei primi mesi del 2019. E la pandemia che di lì a poco sarebbe arrivata avrà sicuramente contribuito a far crescere questo dato con un’accelerazione senza precedenti.
Tra mito e realtà, il rapporto con la propria partita IVA è un rapporto tanto appassionato quanto complicato: diciamolo, è molto simile ad una relazione amorosa. L’innamoramento, il fidanzamento, il matrimonio. Gli alti e bassi.
Spesso, come accennato, il preludio che porterà alla nascita di una nuova partita IVA è un lavoro occasionale, in quanto magari si ha già un lavoro dipendente, a fare qualche consulenza in proprio, mediante ritenuta d’acconto. Poi, però, può capitare che questa attività occasionale diventi sempre più continuativa, o magari che un nostro progetto inizi a decollare attraverso Instagram, per esempio, e quindi il grande passo, ovvero aprire una partita IVA, si rende necessario. E poi da lì inizierà un grande viaggio, fatto anche di scadenze, F24, fatture elettroniche, conto corrente aziendale…!