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Cbdc: cosa sono e quando arriva l'Euro digitale

Redazione Tot
Redazione Tot
29 marzo 2023

Cash is king e in epoca di crisi e instabilità finanziaria ancor di più. Ma in Europa, dati alla mano, circola sempre meno contante: ce lo dicono anche gli ultimi dati dell'Osservatorio Innovative Payments per cui, ad inizio 2023, i pagamenti digitali hanno raggiunto per la prima volta il totale del transato in contanti, con oltre 200 miliardi di Euro in transazioni.

A guidare questo trend sono la diffusione di nuovi strumenti e tecnologie, oltre che le nuove abitudini post-pandemiche dei consumatori, ormai sempre più abituati ad utilizzare i pagamenti digitali.

Inoltre, nonostante gli alti e i bassi del settore, c'è un interesse sempre più crescente di cittadini e fondi d’investimento nei confronti delle criptovalute, che sta spingendo le Banche Centrali ad esplorare nuove soluzioni per creare una trasposizione digitale delle valute fiat (monete nazionali, il cui valore non dipende dal prezzo della materia prima): una vera e propria valuta digitale, più tecnicamente, CBDC.

Ed è proprio a questo orizzonte di possibilità che sta guardando la Banca Centrale Europea (BCE), con la creazione del cosiddetto “euro digitale”. Ma andiamo per ordine.

Cos'è una CBDC e come funziona

CDBC è l’acronimo di “Central Bank Digital Currency”. In parole semplici, è la moneta elettronica che viene emessa da una banca centrale e, per questo motivo, ha le stesse caratteristiche essenziali della valuta fisica in circolazione.

Uno dei primi esempi di CBDC è lo yuan digitale cinese: si chiama eCNY ed è stato lanciato come progetto pilota nel 2019, per poi essere largamente usato durante i Giochi Olimpici di Pechino nel 2022.

Le CBDC sono pensate per essere un metodo alternativo che, rispetto al contante, risulta più veloce e sicuro. Inoltre, sono inclusive nella misura in cui consentono l’accesso al sistema anche a chi non possiede un conto bancario. Diventa sufficiente, infatti, aprire un wallet digitale.

Differenze tra CBDC e crypto

Seppur tecnologicamente basata sulla tecnologia DLT (tipica delle blockchain di Bitcoin ed altre criptovalute), una CBDC possiede delle caratteristiche che la differenziano nettamente dalle criptovalute propriamente decentralizzate: è infatti una cripto-moneta, sì, ma in quanto emessa da una Banca Centrale subisce tutte le influenze delle politiche monetarie del Paese che la emette e delle decisioni della sua Banca Centrale.

Viceversa, una CBDC non subisce la volatilità a cui sono soggette praticamente tutte le crypto: è più stabile, certamente, e allo stesso tempo non offre nessuna opportunità di apprezzamento del prezzo come accade a Bitcoin, Ethereum ed alle criptovalute più note, che per una serie di fattori (in primo luogo speculativi) tendono ad acquisire valore nel tempo.

Come nasce l’Euro digitale

Secondo il report dell’EDPS, l’ufficio del Garante Europeo della protezione dei dati, nel mondo sono già 87 i Paesi che stanno studiando come lanciare e gestire le valute digitali delle proprie banche centrali.

Ed anche l’Europa, ovviamente, vuole essere della partita. Nel 2021, infatti, la Banca Centrale Europea ha posto le basi per una prima fase di indagine istruttoria che si è conclusa nel 2023, al fine di dare vita ad una nuova CBDC, ovvero il cosiddetto “Euro digitale”.

L’Euro digitale diventerebbe l’equivalente elettronico del denaro fisico e sarebbe una moneta parallela al contante, usata per i pagamenti dei paesi dell’Eurozona. Soprattutto, i cittadini europei potrebbero depositare denaro presso la BCE, e non solo presso le banche nazionali e commerciali, come avviene oggi.

Ma perché la BCE vuole fare un cripto-Euro?

Sono diversi i motivi che hanno spinto i vertici di Francoforte a incamminarsi lungo la strada delle CBDC, tra questi:

  • Soddisfare le abitudini sulle nuove modalità di pagamento dei consumatori europei;
  • Anticipare la concorrenza delle CBDC di altri Paesi che potrebbero minacciare la sovranità e la stabilità monetaria e finanziaria europea;
  • Rendere più semplice il tracciamento e il contenimento dei reati finanziari (ed infatti l’euro digitale ha anche sollevato molti dubbi sul fronte della tutela della privacy.

Roadmap: quando arriva l'Euro digitale?

Proprio recentemente si è visto l'inizio della fase successiva della roadmap che renderà disponibile l'Euro digitale. Infatti, il 1 novembre 2023 è iniziata l'effettiva fase di preparazione, che si articolerà in due stadi.

Bisogna però tenere presente che si tratta di un processo ancora relativamente lungo: la prima fase terminerà tra due anni secondo le tempistiche dichiarate dalla BCE e, una volta fatte le dovute valutazioni, si procederà con la seconda fase di test. Per tale ragione non si prevede l'uscita dell'Euro digitale almeno fino al 2026.

Intanto lo scorso settembre 2023 la BCE ha annunciato quali saranno i partner tecnici che la supporteranno in questa prima fase istruttoria. Sono cinque i prescelti tra i 54 che si erano candidati. Tra questi ci sono le europee Epi, Worldline e CaixaBank, ma anche un’italiana, Nexi. A completare la cinquina il colosso statunitense dell’eCommerce, Amazon. Il mandato, per ora, è meramente consultivo-tecnologico: supportare la Banca Centrale Europea nello sviluppo front-end di interfacce di servizi e nel testare transazioni e sistemi di pagamento peer-to-peer.

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